San Serafino è un piccolo agglomerato di case sorte attorno alla chiesa dedicata all’omonimo santo.
Le case si chiamano muristenes, ‘casette’ per accogliere fedeli e forestieri, sorte già dal 1600: il novenario di San Serafino ne conta 103, abitate e molto frequentate in occasione dei nove giorni di celebrazioni in suo onore. Il santuario è ricco di riferimenti sociali e culturali, esprime il senso profondo di una comunità, trattenendo echi e suggestioni secolari. Si recitano le novene, si cantano sos gosos, canti religiosi tradizionali, e si consumano le cene: quando le campane smettono di suonare, è annuncio del rientro del santo in chiesa e inizio dei balli.
La casa sorge nella parte alta. É interamente di pietra. Gli interni seguono un unico motivo cromatico che le danno unicità e originalità, sia per gli abbinamenti (senape, nero, marrone e bianco). Gli esterni sono stati curati dai celebri giardinieri di Land Plants Sardinia di Milis, Italo Vacca e Leo Minniti.